Roberto Perrone Capano

Come descrivere Roberto, per gli amici Roby, mio fratello non per sangue, ma per scelta, dall’età di quattordici anni. L’energia irrefrenabile di papà Pino, e la sensibile delicatezza di mamma Livia convivono come Marte e Venere nella stessa persona. Il risultato? compagno dalla generosità straripante, leale, schietto, solido, caparbio, un “libro aperto” incapace di fingere. In altre parole, una persona sempre vera e scusate se è poco! Il prezzo da pagare a tante energie contrastanti le improvvise emicranie di cui è talora vittima.

Agonisticamente esigente come e più di noialtri, è autentico marinaio prima che esperto velista. Comandante esigente sulle sue barche al limite della maniacalità, previdente e pronto allo scontro, non solo agonistico, soprattutto quando fronteggia soprusi. Lo ricordo nitidamente quando brandiva il coltello di bordo, minacciando di tagliare un traversino ad un peschereccio greco che ci precludeva un difficile ormeggio di fortuna a Mykonos con 30 nodi in porto nel 1984, a notte fonda. Altri ricordi indelebili: la scarpa di riserva sotto l’elastico a piede d’albero del J24 pronta ad essere scagliata contro l’avversario scorretto, nell’ingaggio ravvicinato. Ma anche una memorabile pasta alla pugliese come da ricetta di Livia servita al buio della sera durante una bolina al largo di Palermo durante la Middle Sea Race 2012. Degno accompagnamento il Nero di Troia dei suoi preziosi vigneti pugliesi di Corato, da lui mirabilmente curati.

In tante regate, gran motivatore di tutto l’equipaggio. Al mondiale J24 vinto nelle acque di Capri nel 1987, il rito scaramantico avallato, dovrei dire preteso da Francesco, prevedeva che allo sparo dei cinque minuti dalla partenza, Roby raccontasse una barzelletta di cui è impareggiabile cantore. Le immancabili risate erano il nostro viatico prima di rituffarci nella tensione agonistica. Un ennesimo regalo per tutto l’equipaggio!

by Gianpaolo Pavesi